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mercoledì 18 luglio 2007

Prima mazzata alla Peppermint

Roma - La cavalcata antiP2P dei detentori del diritto d'autore contro migliaia di utenti italiani ha subìto un primo e forse decisivo stop. Il Tribunale di Roma ha infatti respinto i ricorsi che l'ormai celeberrima Peppermint, insieme a Techland, entrambi clienti Logistep, avevano presentato per cercare di farsi consegnare i nomi di utenti italiani dei sistemi di sharing, come già accaduto in passato.

Ne dà notizia Adiconsum, che da tempo segue la vicenda, spiegando che il proprio centro giuridico ha appreso della pubblicazione di due ordinanze dei magistrati Paolo Costa e Antonella Izzo del Tribunale di Roma con le quali "hanno rigettato i ricorsi presentanti congiuntamente e disgiuntamente dalle Società Peppermint e Techland, rispettivamente nei confronti della Wind e della Telecom".

Le ordinanze, che non incidono su quanto già accaduto nei casi precedenti, rappresentano il primo significativo stop alle controverse procedure con cui Peppermint/Logistep e Techland/Logistep hanno monitorato le reti di sharing per individuare IP dei computer degli utenti di cui chiedere poi i nominativi ai provider. Una richiesta che ora, per la prima volta, si arresta in tribunale.

Secondo i giudici, spiega l'Associazione dei consumatori, confermando quanto anticipato da SantaPepper.com, le istanze con cui le due aziende clienti Logistep chiedevano quei nominativi sono infondate. Secondo Adiconsum, che parla di spionaggio telematico riferendosi alle operazioni di monitoraggio delle reti di sharing, quanto accaduto è strettamente legato alle normative sulla privacy.

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1 commento:

Anonimo ha detto...

Lo sapevo... i criminali sono LORO!!!